Stucchi, adesivi, primer, guaine, vernici, sono solo alcune delle applicazioni che da anni sfruttano la tecnologia di resine di varia natura disperse in un mezzo acquoso. Tra i vantaggi che hanno favorito lo sviluppo di questo tipo di materie prime, si possono sicuramente elencare la loro semplicità di utilizzo e la possibilità di poterne disporre in un grandissimo numero di applicazioni differenti, a seconda delle proprietà chimico-fisiche delle resine utilizzate.
In particolare, Litokol è stata tra le prime a proporre sul mercato uno stucco mono-componente (MONOMIX) a base di resine poliuretaniche all’acqua, dalle proprietà estetiche e meccaniche uniche sul mercato.
Tuttavia, affinché queste resine durante l’essiccazione generino un film compatto e sviluppino le proprietà meccaniche desiderate, è necessaria quasi sempre la presenza di percentuali variabili di co-solventi (o coalescenti) molto spesso dannosi per l’uomo. Pertanto, nonostante il senso comune induca a percepire un prodotto “a base acqua” come non pericoloso per la salute o l’ambiente, questi materiali possono esalare notevoli quantità di sostanze volatili (VOC) durante le prime fasi di posa e indurimento.
Inoltre, sostanze come N-metil-2-pirrolidone (NMP) e N-etil-2-pirrolidone (NEP), solventi comunemente utilizzate in combinazione alle resine poliuretaniche all’acqua, sono state recentemente messe al bando a causa della loro tossicità e cancerogenicità.
La grande sfida che si pone davanti ai ricercatori del Progetto Zero, è rappresentata dalla complessità di sostituire questi co-solventi, che appaiono indispensabili per l’ottenimento di proprietà meccaniche soddisfacenti, con sostanze non pericolose o che non contribuiscono ad incrementare la quantità di VOC emessi durante il loro utilizzo.
In quest’ottica, sarà indispensabile lo studio di nuovi coalescenti innovativi che non abbiano effetti dannosi sull’uomo e sull’ambiente, senza pregiudicare le performance estetiche e meccaniche che caratterizzano positivamente questi prodotti.